Torre del Belvedere – Napoli

La “Torre del Belvedere”, come è conosciuta sulla collina di Posillipo, è sull’attico di un antico edificio di fine Ottocento. Circondata da un’ampia terrazza con una vista mozzafiato sul golfo partenopeo, la casa è stata trasformata in un piccolo ma confortevole appartamento su due piani, collegati da una scala. Per ampliare gli spazi, ma sempre nel rispetto della struttura originaria, i progettisti hanno aggiunto al piano inferiore una veranda al living e, per non caricarne il peso sul piano terrazza, hanno agganciato la sua copertura alla parete esterna della torre con dei tiranti che la sostengono come una grande mensola sospesa, che viene poi tompagnata da un’ampia vetrata ad “U”, corredata da protettivi ‘brise-soleil’.
Da lontano si ha la suggestiva sensazione che un’astronave sia atterrata accanto alla torre.

Building type: Residenziale, Residenze Private e Residenziale,

Località: Italia, Campania, Napoli,

Anno di ristrutturazione: 1988
Foto: Filippo Dell'Amico

A proposito del progetto

Alla fine degli anni Ottanta, un professore universitario, spesso in viaggio di lavoro, affida il progetto di restauro di un’antica torre di vedetta sul mare, agli architetti Fulvio Santoro e Nunzio Vitale per viverla come rifugio, lontano dai rumori della città.
La “Torre del Belvedere”, come è conosciuta sulla collina di Posillipo, è sull’attico di un antico edificio di fine Ottocento, ha tutti i profili merlati ed è circondata da una grande terrazza con vista mozzafiato sul golfo partenopeo. Viene così trasformata in un piccolo ma confortevole appartamento su due piani, collegati da una scala per metà “terrestre” in legno e per metà “aerea” in acciaio spazzolato. Inoltre i progettisti per ampliare gli spazi, ma sempre nel rispetto della struttura originaria, aggiungono al piano inferiore una veranda al living e, per non caricarne il peso sul piano terrazza, agganciano la sua copertura alla parete esterna della torre con dei tiranti che la sostengono come una grande mensola sospesa, che viene poi tompagnata da un’ampia vetrata ad “U”, corredata da protettivi ‘brise-soleil’.
Da lontano si ha così la sensazione che un’astronave sia atterrata accanto alla torre.
Il pavimento in pietra lavica del vicino Vesuvio fa risaltare il raffinato arredo di design del secondo Novecento e gli elementi di ricerca di modernariato a cui gli architetti si dedicano dai tempi meno in voga. Così gli arredi di Stefan Wewerka si mescolano alle sedie reticolari e alla sinuosa cassettiera di Shiro Kuramata, come la poltrona e gli sgabelli di Arne Jacobsen dialogano con un armadio da ufficio della Ferretti del ’40 e la dormeuse di Poul Kjaerholm con un tavolino col piano in ceramica vietrese degli anni ’50.
Le pareti, spesso trattate con smalti ecologici dai colori del mare e della luce solare, accolgono sulla loro superficie setosa una collezione di arte contemporanea con opere di piccole dimensioni, provenienti dalla Galleria Lia Rumma di Napoli/Milano, proporzionate allo spazio minimo, ma impreziosite da grandi nomi come Anselm Kiefer, Joseph Kosuth, Gino De Dominicis, Michelangelo Pistoletto, Emilio Vedova, Haim Steinbach, Gerhard Richter, Keith Haring e altri.
L’opera di restauro della torre, pur essendo stata realizzata da oltre vent’anni, conserva tuttora una grande attualità per l’uso dei materiali e degli arredi che hanno in qualche modo anticipato le tendenze e le mode degli anni ’90 e 2000.